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  • Immagine del redattoreElisa Calabretta

Essere bellezza: danza e attualità

Cos'è la bellezza?

Mi sono posta molte volte questa domanda. Da danzatrice mi sono sempre chiesta quale fosse la giusta "misura". Il mio corpo esile era adatto per danzare salvo per quelle "curve di troppo" e per quei centimetri in meno in altezza considerati sgradevoli per i canoni estetici del mondo della danza.

Ma le stesse cose considerate "inadatte" per la mia professione risultavano invece gradevoli nel mondo reale.


Quindi come dovevo essere? Esile? Filiforme? Oppure dovevo avere delle curve?

Ero confusa. Perchè mi sentivo quasi di fronte a una scelta: essere una danzatrice o essere una donna. Ma io volevo essere entrambe.


Il bivio per me, è diventato un binario ghiacciato, in cui sono scivolata dolorosamente.

Scegliere di rispettare un canone estetico adatto al mio lavoro, esasperato da una ricerca della perfezione estrema, mi ha condotto all'anoressia e così non ero più ne danzatrice ne donna.

Fortunatamente dal tunnel ci sono uscita e questo ha portato con sè numerose domande e un nuovo bivio: essere me stessa o aderire ad un preciso canone? E soprattutto è la forma a definirci belle o brutte?


E' bastato scorrere le pagine dei social per capire come la bellezza si sia trasformata in qualcosa di poco autentico. Si tenta in ogni modo di cancellare le imperfezioni.

Si mostrano parti del corpo (di solito le più quotate dal mondo maschile). Si cerca l'approvazione dell'estetica a sfavore dell'autenticità.

Difficile rintracciare volti naturali, struccati o vestiti fuori moda, situazioni quotidiane, scatti rubati o sorrisi.


Poi mi sono imbattuta in qualche volto semplice ed è lì che ho trovato bellezza.

Vi riporto uno di questi volti. Un bellissimo scatto di Alessia Penna di cui potete guardare altri scatti sul suo profilo instagram.


Nella foto è ritratta Chiara, un'amica preziosa per me. Donna forte e coraggiosa, bella nella sua interezza, un'anima rara che diventa tangibile in questo scatto.


Quanta bellezza esiste in uno sguardo? E cosa implica quello sguardo?

Una storia. E' lì che si apre la finestra della bellezza.

Perchè io credo che la bellezza sia un'insieme di fattori e che non sia sufficiente un corpo prestante, canonico per definirlo bello (anche se a Chiara, la ragazza della foto, non manca niente di tutto questo).

Questo scatto ritrae "bellezza", mi racconta qualcosa.

Il suo viso non è rifatto, non ha filtri per nascondere le lentiggini. E' vero. Ed è una verità che spiazza: è bellezza.

Non ostenta il suo fisico, racconta solo verità.


Inoltre, conoscere una persona, apre lo sguardo sulla sua interezza e questo contribuisce ad espandere quella "bellezza".

Non è raro che una persona esteticamente gradevole ci risulti "meno bella" dopo un'approfondita conoscenza e viceversa.


C'è necessità di uscire dallo stereotipo bella/o=poco intelligente e brutta/o=intelligente!

Esistono infinite combinazioni come la matematica ci insegna!


La bellezza è questione di identità.


Un volto, un corpo possiedono molte imperfezioni spesso non solo estetiche, ma anche funzionali (basti pensare alla tensione muscolare che porta a deviare la nostra postura), pertanto non esisterà mai la perfezione tanto ambita.


Propinano perfezione per non accettare l'imperfezione.

In quei volti autentici ho trovato qualcosa di più: erano comunicativi.


Il mio invito è quello di cercare, guardare, catturare la vera bellezza che spesso risiede oltre l'apparenza, oltre il "canonicamente bello".


Le figure esili delle danzatrici continueranno a scontrarsi con un apparire assai diverso.

E le figure prosperose e formose che vediamo in TV, sui social, sui cartelloni pubblicitari e sulle riviste continueranno a scontrarsi con un essere assai diverso a seconda del contesto.


Questo implica una riflessione: la bellezza resta un fatto soggettivo ma è necessario guardare in profondità, con coscienza.

In fondo lottiamo tutti i giorni per avere un'identità e spesso lo facciamo omologandoci.

Non credo sia questa la strada se è vero che è proprio la diversità a renderci unici.

Qualche famoso brand ne ha fatto un punto di forza cercando di rivoluzionare e di denunciare la perfezione esasperata ormai troppo spesso ricercata.


La prospettiva da cui guardiamo le cose influenza il nostro giudizio.

Vi faccio un esempio: una danzatrice risulterà inadatta agli occhi di un fotografo per la nuova collezione di costumi da bagno, mentre per un coreografo probabilmente sembrerà fuori luogo la ragazza scelta per quella pubblicità.


Bello e brutto, adatta e inadatta, sono parole che non amo particolarmente.

Sono poli opposti che non accettano sfumature.


E invece a me quelle sfumature piacciono. Sono il punto di partenza, la ricerca della particolarità.

E' "cogliere l'attimo" per "cogliere bellezza".

Viviamo di pose e forme ma l'essenza risiede nello spazio tra una e l'altra.


Il corpo è un raccoglitore non una condanna allo sfiorire: conserva i segni del nostro passato, la cicatrice sul ginocchio evoca un ricordo che magari ci fa sorridere, e la ruga sulla fronte ci racconta quante volte abbiamo riso o siamo rimasti corrucciati a pensare.

Cancellare quelle tracce significa rifiutare una parte di noi stessi. Rifiutare il corso della nostra vita, cancellarlo per riscriverlo; ma la verità è che non è possibile.

Possiamo nasconderci sotto milioni di filtri e di ritocchi, possiamo cercare di restare giovani ma questo comporta una ricerca estenuante e vana.


Abbiamo il diritto di essere esattamente come siamo, abbiamo bisogno di trovare bellezza in noi e negli altri e abbiamo bisogno di farlo con verità.


Ciò non significa essere contro la chirurgia estetica (a volte è di sostegno a molte donne e uomini che, per circostanze particolari, hanno visto il loro corpo cambiare irrimediabilmente).

Il mio invito è quello di accettarsi come si è, perchè cercare di cancellarsi per riscriversi è un tentativo per affermare la propria esistenza che ha come risultato l'esatto opposto: rinnegare ciò che si è realmente!

Vorrei precisare che migliorarsi, prendersi cura di se stessi, trasformarsi e crescere come persone è positivo. Lo è nella misura in cui si rimane aderenti alla propria essenza evitando di soffocare quelle parti di noi che solo per convenzione sono definite "sbagliate".


Trovate e fate bellezza con le vostre arti, siate e mostratevi così come siete poichè essere autentici è bellezza.




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