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  • Immagine del redattoreElisa Calabretta

Performance "Vorrei entrare nel sole" di Bill Niada

Aggiornamento: 21 nov 2022

26 Ottobre ore 18:30 presentazione del libro "Vorrei entrare nel sole" scritto da Bill Niada.


"Una stanza buia, il pubblico in ascolto, la testa tesa verso il palco per non perdere una sola parola di quel che Bill vuole comunicare.


Io sono seduta tra tanti volti sconosciuti, il cuore mi pulsa forte nel petto, accelera, mi sento viva e non mi sento sola: sparse per la platea ci sono le mie allieve pronte come me ad una performance imprevedibile, creata nel qui ed ora.


La luce si spegne, una voce recita una frase e la musica parte. Mi alzo piano tra corpi sconosciuti e vedo l'incertezza nel volto di qualcuno, la sorpresa negli occhi di qualcun altro.

Alcuni non si rendono conto di ciò che sta per succedere ma io ho un obiettivo da perseguire: raccontare la mia storia che, altro non è, che la storia di tutti.


La storia di una cicatrice che si tinge di colori.

Sopravvivere alla vita per vivere e sentirsi completi anche con dei pezzi mancanti.




E' una sensazione strana: non ci sono passi a cui aggrapparsi, sequenze da ripetere, un personaggio da interpretare. Esiste solo la verità, ricordi, sensazioni che devo far uscire.


Inizio a danzare tra il pubblico e qualcosa dentro di me si muove. Vedo delle immagini di me, sento scorrere le emozioni che hanno accompagnato la mia vita e gli sguardi che incontro mi fanno riflettere sul muro che separa le persone dal dolore, di quanto sia personale e del tutto inconscia la profondità con cui scegliamo di toccare le cicatrici e lo capisco dallo sguardo diverso di ogni spettatore.


Continuo a danzare ed arriva il momento più bello: il mio corpo si riempie di colori.

I colori sono quella rete di persone che scegliamo di prendere per mano nella vita.

Le persone che non potranno chiudere la nostra cicatrice ma a cui potranno dare nuova forma e vita.


Ed è così che le ragazze di alzano e io vengo investita dal presente, dal quel loro modo di "accarezzare" la fragilità, dal quel contatto che mi fa credere che nulla sia andato sprecato perchè è iniziata una nuova fase della vita, un nuovo colore.


Un'ultima immagine finale, uno sguardo verso il futuro con un ragazzo conosciuto lo stesso giorno, un ragazzo che come me, e come tutti, ha una cicatrice. Ed è lì, stringendo quella mano, che gli occhi si inondano di lacrime.

E si inondano perchè quando le barriere crollano e si mostra la verità ci si accorge non solo di essere tutti fragili di fronte al dolore ma anche che la somma di quelle fragilità crea rete e speranza.




La musica finisce e io torno alla realtà. Ma la realtà sono quei colori, sono l'abbraccio dietro le quinte delle mie allieve che sanno che dentro quei 7 minuti di performance ci sono io bambina, io ragazzina e io donna oggi, insieme a loro.


Questa performance non nasce da un'idea. Nasce da un'intenzione (quella di raccontare) e da una traccia (poche immagini che tengono insieme il percorso).


Ho letto "Vorrei entrare nel sole" tutto d'un fiato una mattina di due settimane prima dell'evento.

Mi sono chiesta: cosa c'è sotto la superficie di questa storia?

Chi sono i protagonisti Alice e Luca? E mi sono resa conta che erano soltanto i portavoce di ognuno di noi.


Il lavoro che abbiamo fatto in sala parte da un testo scritto da me.

Regalare la mia storia alle mie allieve significa abbattere il muro del "ruolo che ricopro" ad Asimmetria. Significa imparare a raccontare con dei limiti: niente virtuosismi tecnici, niente schemi.

Significa lavorare nell'ascolto, essere aperti a ciò che accade, significa seguire l'emozione che nasce nel momento in cui esiste la performance.


Un lavoro emotivamente impegnativo ma che ha raggiunto l'essenza di ciò che fa davvero un danzatore: comunicare.



Grazie alla fondazione Il bullone per questa opportunità, a Bill Niada per aver scritto una storia che ha risuonato forte in me a tutti i presenti per aver partecipato alla performance anche senza danzare e soprattutto GRAZIE alle mie allieve per avermi permesso in maniera autentica di trasformare un dolore in bellezza".




Abbiamo tutti abbiamo paura e forse è bello così.



Ecco il video presentazione dell'evento:



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