top of page
  • Immagine del redattoreAsimmetria asd culturale

Riapertura scuole di danza: una speranza che diventa necessità

In questi giorni ho avuto modo di confrontarmi con colleghi e allievi riguardo al fermo covid delle scuole di danza e teatro (senza escludere tutte le altre categorie che in questo momento vivono questa sospensione da mesi).


Ho ascoltato storie, pensieri e un profondo senso di insoddisfazione.

La "voglia di fare" si scontra con limiti invalicabili e l'entusiasmo, dopo mesi, sembra essersi adombrato di fronte all'impossibilità.


Chi vive di arte si sente privato di una parte di sè.

La reazione iniziale dello "stringere i denti" progressivamente si è tramutato in un sorriso amaro.


"Resistere" è la parola d'ordine. Ed è in questa forma di resistenza che mi sono resa conto del lato positivo di questa pandemia.

Siamo tornati ad essere profondamente umani, in comunicazione nonostante le barriere digitali.

La necessità dell'altro, che nella "normalità" è offuscata da impegni e scadenze, diventa preponderante.

Una rete che si crea in un substrato emotivo e che ci accomuna.

Siamo più disposti a sorreggerci in questa grande barca.


Non è necessaria l'immagine sempre forte di chi "nulla ha da temere", perchè in questa situazione viviamo tutti in bilico, sulle punte.

Ed è così che una lezione online diventa uno spiraglio amato e odiato che nulla ha a che fare con la sensazione viva e leggera di essere e esistere in sala ma che mantiene viva una fiamma: l'amore per l'arte.


La danza è un mezzo di comunicazione muto. In questa "assenza", far vivere i passi è un compito arduo.

Manca lo spazio e forse anche l'aria nella nostra stanza piena di oggetti.

Quella rete online ci sembra (e forse ad oggi lo è) l'unico mezzo per far parte di qualcosa che continuiamo ad amare con profonda fiducia.


Accumuliamo idee, passi, intenzioni. Proviamo e riproviamo ad immaginare come sarà senza scadenza.

Siamo un po' chiamati ad affidarci alla speranza che ora diventa necessità.


Le voci fragili e un po' malinconiche al telefono e la domanda: "quando riapre Asimmetria?" risuonano prepotentemente negli ultimi giorni.

Da un lato mi dà conforto percepire forte la "voglia di tornare in sala" e dall'altro mi intristisce dover rispondere sempre la stessa cosa: "Non lo so."

E' l'incertezza, l'assenza di prospettiva che ci toglie energia. Non esiste una data di scadenza, non intravediamo l'uscita.


Moltissime realtà hanno per necessità chiuso. Molti hanno virato verso sogni diversi senza volerlo realmente.

L'arte vive nel mondo dell'immaginazione ma si radica nella realtà fatta di scadenze, conti e programmi.

Il covid ha mescolato le carte e ha destabilizzato l'intera umanità e in questa faticosa lotta tra mascherine, solitudine, cure, smartworking e lezioni online mi sono resa conto di quanto amore nascosto esista per l'arte.

E' un sentire così profondo che mi commuove.


Arte come parte di molti, arte come un modo per dire "io ci sono e ho qualcosa da dire".

Abbiamo tutti voglia di tornare alla normalità e i sacrifici saranno molti.

Quello che ci resta è la nostra immaginazione, è lì che possiamo continuare a far vivere tutti i nostri progetti, almeno per ora.


Vi invito giovedì 14 Gennaio all'incontro gratuito "Asimmetrie: la danza è in ascolto" alle ore 20:00 per confrontarci e trovare insieme una strada verso una diversa immaginazione del futuro andando oltre questo fermo immagine.


Link di partecipazione: https://meet.google.com/kbk-mfsu-nrz


24 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Kommentare


bottom of page