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  • Immagine del redattoreAsimmetria asd culturale

L'immaginazione come supporto alla danza

L'immaginazione è insita nella natura umana, ci permette di spaziare, creare nuovi scenari o recuperare ricordi.


Indubbiamente accompagna anche la danza nella fase creativa e nell'atto danzato amplificando emozioni e sensazioni fino a modificarne la qualità di movimento.


Vi spiego come avviene questo processo affidandomi alle parole di Marta Melucci scritte nel libro "Lezioni di metodo Feldenkrais".


"Ciò che non è chiaro nell'immaginazione risulta confuso anche nell'esecuzione".

Questa semplice affermazione si palesa costantemente a lezione: se le indicazioni dell'insegnante o del coreografo non sono chiare, gli allievi non riescono ad immaginarle e il loro corpo resta fermo o si dimostra confuso.

Spesso, per timidezza o timore non vengono poste domande e il risultato è ancora più caotico.

Invito sempre tutti gli allievi a fare domande perchè sono di aiuto anche a noi insegnanti per migliorarci e per capire "cosa non ha funzionato".


"Quando si immagina un'azione, il sistema nervoso si attiva in modo simile a quando la stessa azione viene compiuta realmente."

Questa scoperta implementa e supporta il gesto danzato dove, nella continua ripetizione di alcune figure, sono presenti sempre le stesse imprecisioni.

Un esercizio che mi piace proporre è quello di sdraiarsi a terra ad occhi chiusi e di ripercorrere solo con la mente la coreografia.

In seguito, provando nuovamente a riprodurla in movimento, gli errori cominciano a livellarsi e il corpo viene meglio percepito dal danzatore (grazie all'attivazione di un punto di vista interiore).


"Un'altra caratteristica importante del processo immaginativo è che in esso le parti coinvolte nel movimento non vengono attivate separatamente, ma come un insieme e in un certo senso in modo più neutro, poichè con esse non interferiscono abitudini e atteggiamenti parassiti, che si attivano invece quando ci muoviamo realmente".

Il corpo non è separato dalla mente, pertanto è necessario valutare il complesso corpo-mente come un'unica struttura. Molti studi a riguardo sottolineano l'importanza di considerare questi due elementi come un unico sistema.

Nella danza in particolar modo credo che questa globalità offra una finestra d'incontro tra punto di vista interno ed esterno; finestra da cui scaturisce l'arte.

Riuscire a trasmettere le proprie emozioni mentre si danza è un percorso lungo e faticoso, perchè necessita di lavorare non solo sul corpo ma anche sulla propria anima.


"Il processo immaginativo può dare origine a effetti terapeutici e alla riacquisizione di abilità motorie compromesse".

Questa funzione del processo immaginativo è utile laddove si verificano danni alla muscolatura o cerebrali (mantenendo attive le sinapsi).

E' uno dei nuovi metodi riabilitativi che sembra avere parecchio successo.


"La scoperta dei neuroni specchio ha rivelato che l'osservazione di movimenti attiva, in chi guarda, le aree celebrali coinvolte nel compiere realmente gli stessi movimenti. Il funzionamento dei neuroni specchio fornisce la spiegazione neuro-fisiologica dei comportamenti empatici che sono alla base dei meccanismi di apprendimento e socializzazione."

In merito a questo ricordo che da bambina, venivo invitata spesso dalla mia insegnante di danza a "guardare gli altri". Quest'indicazione era accompagnata da un'affermazione "Guardando s'impara" che all'epoca mi appariva fumosa ma che negli anni si è rivelata essere uno dei punti cardine del mio percorso e successivamente del mio lavoro.

A mia volta invito i miei allievi ad osservarsi senza giudizio.

Riconoscersi pregi ed imperfezioni altrui aiuta anche noi stessi a migliorare (tramite un confronto costruttivo).


Oltre a tutti questi effetti benefici che indubbiamente fanno da sostegno non solo al gesto danzato ma anche ad altri campi della quotidianità, ho notato un' influenza positiva nell'utilizzo dell'immaginazione con i bambini.

Nell'usare l'immaginazione non solo sono più partecipi ma la lezione ha la possibilità di cambiare strada. Loro diventano il filo conduttore e tramite delle suggestioni arrivano a delle immagini che vengono riprodotte nella realtà.


L'immaginazione attiva la fantasia.


Anche per costruire uno spettacolo per definire lo spazio scenico è necessario fare utilizzo dell'immaginazione che ci trasporta in un'altra epoca, in un'altra situazione, a volte addirittura in un'altra vita.



L'immaginazione resta un valido strumento per i danzatori che, però, non può sostituire da sola lo studio tecnico del gesto danzato!


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