Il progetto "Dal corpo alla texure" nasce da un' intuizione tardiva.
Stavo lavorando alla realizzazione di un altro progetto ma, guardando gli innumerevoli file sul computer, qualcosa ha catturato la mia attenzione: una sequenza.
Apertura, resistenza, voglia di arrivare a terra.
Mi sono chiesta se, nel tempo, sarei stata capace di rivivere la stessa sensazione o se il mio ricordo, sarebbe finito tra tanti nel dimenticatoio.
A guardare quell'immagine come semplice osservatrice l'ho trovata "disturbante": un animale in posizione contorta in una luce accogliente.
Luce e figura stridevano tra loro.
Sono risalita a due opposti: la sensazione piacevole e inarrestabile che si trova nel danzare e quell'urgenza irrequieta di abbandonare sul parquet ciò che non si vuole trattenere. Due volti della stessa medaglia, opposti che si sorreggono per esistere.
Cosa sarebbe successo se, quelle sensazioni opposte, si fossero intensificate e ripetute? Forse l'intensità sarebbe stata maggiore?
Ho trovato un'unione armonica, un punto di equilibrio.
Siamo capaci di sostenerci e allo stesso tempo di opporci resistenza.
Ritrovare l'immagine di un animale in posizione contorta in una luce accogliente, rassicurante. La consapevolezza di poter convivere con entrambe le parti.
Queste opposizioni sono un percorso, un procedere, un bagaglio.
A questo punto non è più la figura singola il focus, il senso è diventato comune.
Storie diverse con medesime fragilità , ripetute all'infinito: convivenze comuni di opposti.
Non si vede più un corpo, il mio. Si vedono onde, note, flussi armonici e disarmonici che coesistono nella stessa immagine con un equilibrio distorto ma stabile.
Ho fatto un passo in più...
...ed il corpo è diventato una texure. Sparisce così l'immagine da cui è nata ma ne mantiene il senso.
Un'armonia che trova strada nell'accumularsi dell'esperienza. Nell'equilibrio generato a posteriori da ogni evento stabile ed instabile vissuto interiormente e in relazione con il mondo esterno.
Gli opposti che convivono generano l'unità che ci caratterizza.
Se potessimo vedere il mondo dallo spazio, l'umanità sembrerebbe esattamente una grande texure.
E' andando in profondità che ritroviamo noi stessi ma è allargando lo sguardo che incontriamo l'altro e indistintamente ne facciamo parte.
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