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  • Immagine del redattoreAsimmetria asd culturale

Stop anoressia: quando la perfezione mangia la tua vita


"Avere l'impressione che l'unico modo di esistere sia corrispondere alle aspettative degli altri. Specchi, riflessi imperfetti, mai troppo belle, mai troppo intelligenti, mai troppo magre. Magre da morire.

Gambe troppo corte e grosse, linee disarmoniche, perfette se...

se basta 1 kg, 2, 3 e poi perdi il conto.

"Meno" per essere "di più" fino a sparire.


La conosco bene quella sensazione. Leggera, volevo essere leggera e volare.

Volare fino a cadere, per una volta. Non era mai abbastanza quel numero, e non ero mai abbastanza io.

5, 6, 7, 8. Adrenalina. "Sono leggera".

Mentre la mia mente chiedeva di più la mia vita vorticava attorno al baratro. Un baratro che ho sfidato con la determinazione di una ballerina che prova e riprova.

E alla fine di kg ne ho persi 16. Esile e fragile affrontavo la vita riflessa in uno specchio che non mi restituiva più la "vera me". Si è presentata una "nuova me" più autentica che chiedeva, gridando in silenzio, di essere ascoltata e di esistere così com'era.


Buio. cos'è successo? No, non sono svenuta, non è vero.

Passi decisi verso il nero. Sul fondo. Fango.


Una realtà taciuta e troppo spesso vissuta. Un numero sulla bilancia che determina il successo.

Amare tanto qualcosa fino a farsi stritolare. Occhi troppo grandi per quel viso, nessun sorriso. Rabbia, odio per non essere. Ancora una volta. Mentre da conoscere c'era tanto.


Scegliere di rinascere. Rinascere attraversando il buio sulle punte instabili. Rinascere per la stessa motivazione che sul fondo mi aveva accompagnata per mano: danzare. Senza eh dehors. 5, 6, 8, 2. Numeri casuali che sconvolgono ogni cosa per esistere davvero. Una volta.

Fermarsi. Apnee.

Un viaggio. Lungo anni. una sola diagnosi: anoressia.


Abbracciare forte quella parte di me che ha creduto che per esistere dovessi sparire.

Continuare ad accarezzare quelle punte perchè amare non significa dolore anche con i lacci annodati a caso. Vuoti. Un senso comune tra sguardi tristi. Storie. Tante. Aggrappate alla pelle. Soffrire una volta di più.


Affrontare ed affrontarsi come quell' entrelacé che proprio non veniva.

Dedizione, forza, determinazione per esistere.

Uscire con passi diversi nello zaino. Taciuti nell'inattività. Vissuti nella mente. Sola nel viaggio.

Un tempo lungo su una strada incerta ma che rispettava il passo.


"Non danzerò mai più" e abbozzare passi sotto una scrivania rinchiusa in un ufficio.

"Non danzerò mai più" ed insegnare, "non danzerò mai più" e aprire Asimmetria.

Non è un caso il nome della scuola. "


Quando si parla di anoressia compare nella mente una figura esile e fragile e fioccano domande e consigli "perchè lo fai?", "Ti porto a mangiare fuori e vedi come riprendi peso!", "Dai, smetti di fare la dieta! Non ti serve!", "Poverina" ...

La verità è che nessuno conosce il momento esatto in cui ci si affaccia al tunnel, è un percorso che appare come "la strada giusta" per assomigliare all'immagine migliore di noi.

Non è un capriccio, non è una dieta. E' diventare silenziosi e invisibili.

E' toccare il fondo per scoprire poi che assomigliamo di più alla nostra immagine imperfetta e così ricca di risorse.


I dati statistici sono preoccupanti: purtroppo l'anoressia si sta diffondendo a macchia d'olio. Non appartiene più solo al mondo della danza e della moda ma a ragazze sempre più giovani e sempre più magre appartenenti a qualsiasi contesto.


La danza, in particolar modo però, propone spesso uno standard esile, affusolato con linee lunghe, una perfezione esasperata che spesso avvicina al baratro della malattia.


Io credo fortemente che sia compito degli insegnanti (oltre che della famiglia) essere vigili. Accorgersi in tempo di un disturbo alimentare e fare prevenzione sono i fattori che possono evitare questa condizione.


Ripetere agli allievi quanto la loro forma fisica sia inadatta, pesarli a lezione, insistere sui loro difetti fisici credo siano atti da condannare soprattutto quando si parla di contesti amatoriali.


Rispettate i vostri allievi che, prima di tutto, sono persone!


Vorrei chiarire un punto: io non sono per gli eccessi quindi riconosco l'importanza di un corpo armonioso purchè sia SANO.


I metodi che spesso le ragazze anoressiche utilizzano per perdere tanto peso in poco tempo sono deleteri e disfunzionali (molti insegnanti lo sanno perchè a loro volta hanno sofferto dello stesso problema). L'utilizzo di anfetamine, farmaci, le ore prolungate senza cibo, rimettere quel poco che si ingerisce sono comportamenti estremi e profondamente dannosi sia per il fisico che per la psiche.

Aiutare gli allievi a riconoscere questa condizione (che spesso negano con determinazione) ed indirizzarli verso strutture specializzate potrebbe salvargli la vita.


La prevenzione è un mezzo efficace per far acquisire consapevolezza alle giovani danzatrici e ai giovani danzatori dei rischi in cui si incorre con questo tipo di condotta.


Capisco che sia difficile trovare del tempo all'interno delle lezioni per parlare di questi argomenti ma credo sia molto importante. Si può rinunciare ad un plies ma non alla propria salute!


Guarire è possibile, cambiando prospettiva, imparando ad amare le proprie imperfezioni. Il percorso è lungo, disseminato di ostacoli, una lotta continua alla ricerca di un sè conteso tra due parti opposte ma l'equilibrio si può trovare.


E' come imparare ad andare in punta: si prova e si riprova, fanno male le dita all'inizio e poi arrivano i calli, l'equilibrio e finalmente, di nuovo, la vita.


Un' ultima cosa vorrei dirla ai danzatori e alle danzatrici e, più in generale, a chi sta attraversando questo tunnel: a volte, nella vita abbiamo bisogno di chiedere aiuto. Imparando ad essere fragili si diventa più forti nel rispetto di ciò che si è e non nell'immagine che vorremmo che gli altri avessero di noi.


Riconoscere, fidarsi ed affidarsi sono i primi passi per guarire.


In merito a questa tematica (che sento a me molto vicina) insieme all' insegnante di teatro Lodovico, alla psicologa Valentina (potete visitare il suo sito per conoscere il suo lavoro) e a Chiara (mio braccio destro in quest'avventura) stiamo realizzando un progetto di prevenzione.


A breve pubblicherò i dettagli del progetto!


Imparate ad amarvi nell'imperfezione e la vostra danza si trasformerà con voi.

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