Lo stretching viene spesso trascurato all’interno degli allenamenti perché considerato superfluo ma è invece una delle colonne portanti di un programma completo ed efficace.
Ecco alcuni dei principali motivi:
Prepara il corpo all’attività sportiva
Elasticizza le strutture mio-tendinee prevenendo gli infortuni
Permette una maggiore mobilità articolare
Permette al muscolo allungato di esprimere maggiore forza
Aumenta l’irrorazione all’interno del muscolo
Aumenta la flessibilità
È parte fondamentale del riequilibrio delle catene muscolari
Aiuta la prevenzione di contratture e l’insorgenza di Trigger Point (punti di rigidità dolenti)
Che cosa succede nello specifico?
Ogni volta che il corpo viene sottoposto ad uno sforzo, più o meno importante, mette in atto strategie per poter sopportare tale attività con il minimo dispendio energetico e la massima resa. Per fare questo la muscolatura, parte motore dell’organismo, ha bisogno di stimoli continui e proporzionati alle sue capacità, per questo è fondamentale la costanza ed il giusto carico di allenamento che permetta un aumento graduale della massa muscolare senza l’insorgenza di affaticamento e dolore muscolare.
Un muscolo allenato aumenterà quindi di volume ma diminuirà la sua lunghezza (accorciamento delle fibre) col rischio di portare ad una tensione eccessiva della sua parte meno elastica, cioè il tendine (parte del muscolo che si attacca all’osso) esponendo l’individuo al rischio di infiammazione inserzionale di quel distretto.
L’unico modo per evitare l’accorciamento della muscolatura durante gli allenamenti è inserire lo stretching all’interno del programma sportivo.
Effettuato prima, ha lo scopo di preparare le strutture al gesto atletico, apportare sangue ossigenato alla zona quindi energia e soprattutto evitare infortuni come lesioni muscolari durante l’esercitazione.
Effettuato a fine allenamento restituisce ai gruppi muscolari la giusta lunghezza e l’elasticità necessaria per bilanciare lo sforzo ed evitare di arrivare a quella situazione di sovraccarico descritta in precedenza.
Inoltre, aiuta l’apparato muscolare ad eliminare le tossine prodotte durante lo sforzo, stimola il drenaggio diminuendo il ristagno di acido lattico e toglie quella fastidiosa sensazione di fatica post-allenamento.
Visto in un’ottica più globale, lo stretching “allenta” le catene muscolari responsabili della postura: se queste non hanno la stessa tensione e sono in squilibrio portano l’apparato scheletrico ad assumere atteggiamenti errati, i così detti “squilibri posturali” (visita il nostro planning per conosce i corsi di Ginnastica Posturale).
Anche un’attività lavorativa statica o ripetitiva può portare la muscolatura ad un sovraccarico o verso lo squilibrio, pertanto è altamente consigliato eseguire lo stretching anche fuori dall’attività sportiva, ad esempio quando la postura mantenuta durante le ore lavorative non è delle migliori.
Poiché le situazioni in cui il corpo necessita di stretching sono molteplici, ci sono varie tipologie di allungamento muscolare così da poter adattare e personalizzare al meglio questa attività.
Non dimenticatevi della respirazione durante l’esecuzione della vostra pratica: che si tratti di stretching statico o dinamico, è importante fare respiri profondi e rilassare il corpo così da rendere il vostro stretching ancora più efficace!
Il mio consiglio è quello di affidarvi sempre ad un professionista che abbia le competenze per impostarvi un piano di stretching personalizzato e mirato ai vostri obiettivi.
È molto importante imparare quali siano gli esercizi più adatti al proprio corpo e quali quelli da evitare!
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